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Letture: ... - Mostre a Bologna - BO
| dove: | Sala d'Ercole di Palazzo d'Accursio Piazza Maggior |
| data: | da mercoledì 19 novembre 2025, alle 10:00 a domenica 30 novembre 2025, alle 18:30 |
| intrattenimenti: | |
| info sul luogo: | L'evento si svolge al coperto |
Qui trovi maggiori informazioni su questo evento |
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| Organizzazione: | Non definito |
| Referente: | Non definito |
| E-mail: | Contatta il referente |
| Telefono: |
Inaugura il 19 novembre alle ore 17 e resta visitabile fino al 30 novembre con orari dal martedì alla domenica dalle ore 10:00 alle 18:30 (venerdì dalle ore 15:00 alle 18:30) la mostra Uno Bianca. Memorie da una città ferita nella Sala D'Ercole di Palazzo d'Accursio (Piazza Maggiore, Bologna).
L'esposizione consiste in una mappa organica di “fatti” raccontati dalla società civile quale viva testimonianza dell’epoca. Articoli, fotografie, giornali e interviste, costruiscono un percorso che si dipana attraverso gli eventi criminosi della Banda della Uno Bianca, contestualizzati nel periodo storico in cui sono avvenuti: 23 morti, 114 feriti e 102 azioni criminali tra Bologna, la Romagna e Pesaro nei sette anni e mezzo trascorsi dal 1987 al 1994, che hanno visto in opera la banda composta principalmente da poliziotti.
L’allestimento è proposto da Irene Caperna, Chiara Curtale, Deng Hezhenhong, Giulia Morselli, Melania Nicastro, Annalisa Onorati, Giordana Scialpi, Liu Wen, Hu Xinyi del corso di scenografia e allestimenti degli spazi espositivi dell’Accademia di Belle Arti di Bologna con il contributo di Mauro Luccarini e Valeria Lorenzani, le video-interviste sono raccolte da Paolo Pontivi del Master in Giornalismo dell'Università di Bologna, mentre la sonorizzazione di Paola Samoggia “crea un ambiente che ricorda il passato di quegli anni con tutte le distorsioni della comunicazione del percorso dei protagonisti", come ci racconta la compositrice: i suoni distorti delle radio della polizia interrotti dagli sportelli della Uno si confondono nei rumori degli uffici, tra stampanti ad aghi, telefoni tradizionali e trasmissioni via modem, fino al “lamento” delle ambulanze che si fonde con la voce di archi lontani.